Nozioni spicciole di voga

(Lo diciamo subito: trattasi di nozioni ‘spicciole’ proprio perché le stesse non hanno alcuna pretesa di esaustività, essendo piuttosto il frutto di quanto orecchiato negli anni da vari Vogatori sparsi tra la laguna e i Colli Euganei. Per chi vuole approfondire, segnaliamo quindi che il web è ricco di risorse, molto più autorevoli…).

Posizioni di Voga: pope, provino, lai…

Partiamo dall’inizio: una barca può essere vogata alla veneta da un numero di vogatori variabile, da uno a diciotto e anche più…

Classico esempio di vogatore singolo è ovviamente il gondoliere sulla gondola: ma siccome quello del gondoliere è il punto d’arrivo dell’arte vogatoria e non certo il punto di partenza – perché come vedremo è più complicato vogare da soli – partiamo dall’ipotesi più semplice, ovvero che la barca sia una barca a due remi vogata da due vogatori (classico esempio: la mascareta).

Avremo allora un vogatore che rema davanti – a prua – con il remo alla sua sinistra: si tratta del provino o prodiere.

A poppa, con il remo alla propria destra, ci sarà invece il pope.

I compiti sono più o meno equamente divisi: il provino è il motore della barca, quindi quello che rema con forza per spingerla in avanti.

Il pope è il timone della barca: a lui il compito, quindi, di manovrare la stessa e, ovviamente, anche di assecondare la vogata del provino per far avanzare la barca.

Il pope, quindi, tenderà ad adeguarsi al ritmo di vogata del provino.

Sulla caorlina, in cui i vogatori sono di regola sei, la situazione si complica leggermente:

Avremo sempre un pope e un provino e, in mezzo, i cd. lai (di prua o di poppa): cioè, alternandosi, i lai vogheranno rispettivamente a destra (a partire da quello subito dietro il provino) e a sinistra.

Ancor di più in questo caso, il provino deve dare il ritmo della vogata a tutti i suoi compagni, che dovranno quindi tenerne il passo.

Mentre il pope potrà essere ‘aiutato’ nelle manovre dal contropope (o sentina),  ovvero dal vogatore che gli sta immediatamente davanti e che voga, quindi, come il provino con il remo a sinistra.

Ora: la vogata a destra spinge la barca in avanti e verso sinistra, la vogata a sinistra, specularmente, spinge la barca in avanti e verso destra.

Sicché, se tutti i vogatori remano con lo stesso ritmo e alla stessa potenza, la barca procede in avanti e dritta.

Idealmente, ci dicono, la composizione ideale di un equipaggio da caorlina potrebbe essere: come provino il più leggero (per non appesantire la prua e, quindi, frenare la barca), come lai al secondo-terzo-quarto posto i più forti (che diventano, quindi, il vero ‘motore’ della barca) e come quinto (o contropope) quello … che sia in grado di fare da contropope e, cioè, sappia anche quando intervenire in aiuto al pope per correggere la direzione della barca.

Arriva infatti il momento in cui – anche se tutti vogano allo stesso ritmo e la barca procede spedita – è necessario fare delle manovre, ad esempio virare:

Per voltare a sinistra, si ricorre alla manovra di stair o anche alla sciada (o siada): il remo, cioè, viene mantenuto in acqua, più o meno inclinato in avanti. Per effetto dell’inclinazione, opponendo resistenza all’acqua, si ha anche un effetto di frenata, che può essere ulteriormente sfruttato dal pope per manovrare l’imbarcazione.

Per girare a destra, in teoria, sarebbe sufficiente anche solo far vogare i rematori che vogano a sinistra.

Le fasi della vogata

Per capire meglio, vediamo quali sono le fasi della remata:

L’assetto iniziale

Nella posizione di partenza, il vogatore si pone con la gamba più esterna (quella più lontana dalla forcola) all’altezza della forcola stessa e la gamba più interna (più vicina alla forcola) arretrata di circa un passo. Le gambe dovrebbero essere più possibile in linea l’una con l’altra, con le punte dei piedi leggermente divaricate verso l’esterno.

Questo in teoria: in pratica, secondo alcuni sarebbe meglio porsi in posizione più arretrata rispetto alla forcola, in modo da poter sfruttare meglio la spinta del corpo sul remo in fase di allungamento.

Quanto al fatto che le gambe debbano essere in linea l’una con l’altra – con quella esterna addirittura appoggiata al fianco della barca – v’è da dire che, almeno all’inizio, è più naturale tenere le gambe leggermente divaricate, per bilanciarsi meglio.

Ma il bilanciarsi sulle gambe in realtà può essere controproducente, soprattutto su barche leggere, perché influenza inevitabilmente l’assetto della barca stessa, con il rischio di far perdere l’equilibrio ai compagni di voga: sarebbe quindi meglio, più che ondeggiare sulle gambe, abbassare il proprio baricentro, eventualmente fino anche a sedersi o mettersi in ginocchio.

 

L’altezza dello scalmo dove si appoggia il remo dovrebbe essere più o meno all’altezza del ginocchio, in modo che il vogatore, stando con le ginocchia leggermente flesse, possa tenere il remo agevolmente con le braccia stese. La pala del remo dovrebbe distare dal pelo dell’acqua, in questa posizione, non più di una decina di centimetri.

Alla partenza (posizione neutra) il remo si pone parallelo alla superficie dell’acqua, con lo spigolo che guarda verso l’alto e il coltello più corto verso la poppa (controllando dunque dove si trova il coltello più corto è possibile distinguere i remi da prua da quelli da poppa).

Nell’immagine che segue, in blu il coltello più corto e in giallo il coltello più lungo: come si vede, nei due remi si trovano in posizione speculare, proprio perché il remo n. 11 è da provino, mentre il remo 22 è da pope.

 

Nell’immagine si può anche vedere bene lo spigolo del remo (che deve sempre guardare verso l’alto) e la diversa ampiezza dei due diamanti, ovvero delle due sezioni in cui lo spigolo divide la pala: il diamante dal lato del coltello corto è più stretto.

Per i puristi, più che il coltello, bisognerebbe guardare proprio al diamante per stabilire se il remo sia da prua o da poppa: la parte più stretta è quella che entra per prima in acqua.

 

La vogata vera e propria

Il remo viene ruotato (con un movimento del polso) verso il vogatore, passando dalla posizione neutra ad una posizione perpendicolare rispetto alla superficie dell’acqua e immerso: in questo modo, il coltello più corto (o il diamante più stretto) sarà quindi il primo ad immergersi.

Entrato in acqua, il remo – sempre con un movimento del polso – viene riportato in posizione orizzontale, nuovamente parallelo alla superficie dell’acqua, e fatto scorrere sotto la stessa fino alla fase di uscita.

Una volta uscito, viene riportato alla posizione neutra iniziale.

Durante la manovra, il corpo accompagna il movimento del remo: in particolare, nella fase di spinta (quando il remo viene immerso nell’acqua) il vogatore, con un movimento che parte dalla spinta della gamba posteriore, sposta in avanti il corpo per dare maggior forza alla vogata, nella fase di ritorno (quando il remo esce dall’acqua e torna alla posizione neutra), il corpo del vogatore torna indietro, caricando il peso sulla gamba posteriore in vista della prossima spinta.

 

Per aggiungere alla spinta anche il controllo della direzione – tipico quando si voga con un remo solo – la vogata vede una fase ulteriore, con il remo che rimane sempre sotto la superficie dell’acqua:

Prima della fase di ritorno, quando è ancora in acqua, il remo viene leggermente inclinato in avanti e solo dopo riportato in posizione parallela al pelo dell’acqua.

Tale movimento ha una funzione di controbilanciamento della spinta data dalla prima fase della vogata, sicché, appunto, permette di avanzare dritti.

Ciò a patto che vi sia un perfetto bilanciamento tra le spinte in direzioni opposte date dalle due fasi di vogata: l’inclinazione eccessiva del remo nella fase di ritorno potrebbe infatti o direzionare la barca dalla parte in cui si trova il remo o addirittura arrestare o comunque frenare la barca; allo stesso modo una non perfetta calibrazione dei tempi (ad esempio, fase di ritorno troppo breve rispetto alla fase di spinta) potrebbe aver l’effetto di far girare la barca su sè stessa anziché di mantenerla dritta.

In sostanza, il remo, nella fase di ritorno, deve essere inclinato quel tanto che basta a correggere la direzione della barca ma senza fermarla e proprio per dare agio a questa lieve inclinazione di produrre l’effetto di correzione della direzione, il remo dovrà essere mantenuto in questa posizione più a lungo della fase di spinta.

 

Questione di leve

Per chi ha dimestichezza con la fisica, per comprendere meglio aggiungiamo che il sistema barca/remo/vogatore/acqua è una leva di secondo tipo (ovvero una macchina semplice per spostare un peso):

L’acqua costituisce il fulcro della leva, quindi l’appoggio lungo il quale il peso si sposta.

La forcola costituisce la resistenza (il punto su cui si fa, appunto, leva per spostare il peso della barca).

Il remo è la leva tramite cui il vogatore esercita la forza per ottenere lo spostamento del peso.

 

Per chi fosse curioso di approfondire, rimandiamo comunque a chi ha saputo spiegare meglio di noi l’arte vogatoria, proponendovi di seguito una nostra personalissima selezione di risorse reperibili sul web:

http://www.nomboli.it/elementi%20base%20voga%20veneta.pdf

https://venipedia.it/it/folio/voga-alla-veneta-una-questione-di-leve

https://www.scribd.com/document/331387398/VOGAR-IN-LAGUNA

http://www.venetia.it/boats/voga_ita.htm

http://arzana.org/arti-e-mestieri/arte-de-vogar-voga-alla-veneta/